Come avviare un’attività di consulenza formativa: formazione e freelance

avviare attivita consulenza formativa

Negli ultimi anni, sempre più professionisti stanno scegliendo di mettersi in proprio, offrendo servizi di consulenza in ambito formativo.

Un settore in crescita che unisce competenze tecniche e capacità relazionali, con la possibilità di lavorare in autonomia e su progetti stimolanti.

Chi ha esperienza nell’insegnamento, nella formazione aziendale o nell’aggiornamento professionale può valutare l’opportunità di trasformare queste competenze in un’attività freelance.

In questo articolo vedremo come iniziare, quali aspetti considerare e come gestire la parte burocratica, compresa la Partita IVA.

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Chi può diventare consulente formativo freelance?

La consulenza formativa è un’attività adatta a chi ha una solida preparazione in un determinato campo e sa trasmettere conoscenze in modo chiaro ed efficace.

Possono avviare un’attività freelance formatori aziendali, docenti, coach, esperti di digital marketing, informatica, soft skill, lingue o sicurezza sul lavoro.

L’importante è avere competenze aggiornate, esperienza pratica e una buona capacità di comunicazione.

Cosa fa un consulente formativo?

Un consulente formativo freelance progetta e realizza percorsi di formazione per singoli professionisti, aziende, enti o scuole.

Può lavorare in aula, online oppure direttamente in azienda, offrendo corsi su misura o format già pronti. Spesso si occupa anche della valutazione dei bisogni formativi, della produzione di materiali didattici e del monitoraggio dei risultati ottenuti dai partecipanti.

Come iniziare: i primi passi

Per avviare un’attività di consulenza formativa è utile partire con un’analisi delle proprie competenze e del mercato di riferimento.

È consigliabile individuare una nicchia precisa: ad esempio, la formazione per team commerciali, corsi di public speaking per manager o percorsi per neolaureati.

Una volta definita l’offerta, è necessario costruire un portfolio di servizi chiaro e professionale.

Possono essere utili anche un sito web, un profilo LinkedIn aggiornato e la partecipazione a eventi del settore per farsi conoscere.

Quali clienti può avere un consulente formativo?

I clienti di un freelance che lavora nella formazione possono essere molto diversi.

Si va dalle piccole aziende che vogliono formare i propri dipendenti, alle agenzie che cercano collaboratori esterni per corsi specifici, fino a liberi professionisti che desiderano aggiornarsi. Anche scuole, università, enti pubblici e cooperative possono avere bisogno di consulenze formative.

Per trovare i primi incarichi si può partire dalla propria rete di contatti, segnalando la nuova attività e proponendo collaborazioni pilota.

Quanto si può guadagnare?

I compensi per la consulenza formativa possono variare molto in base all’esperienza, alla durata dei corsi e al tipo di cliente.

Un formatore alle prime armi può partire da 25-30 euro l’ora, mentre chi ha già un buon posizionamento può arrivare anche a 100 euro o più per sessioni specialistiche.

È importante tenere conto del tempo dedicato anche alla preparazione, ai materiali e al follow-up.

L’importanza della Partita IVA

Chi decide di lavorare come consulente formativo in modo continuativo deve aprire una Partita IVA. Questo è necessario per poter emettere fatture e operare in regola con il fisco.

Molti freelance scelgono il regime forfettario, che prevede semplificazioni contabili e un’imposizione agevolata per chi ha ricavi inferiori a 85.000 euro l’anno. Gestire la Partita IVA può sembrare complicato all’inizio, ma esistono servizi pensati proprio per semplificare questo aspetto.

Fiscozen, ad esempio, offre assistenza nella gestione fiscale e contabile, spiegando in modo chiaro obblighi, scadenze e vantaggi per chi lavora in proprio.

Come farsi conoscere

Per ottenere incarichi nella consulenza formativa è fondamentale curare la propria visibilità.

È utile pubblicare contenuti legati al proprio ambito di specializzazione, partecipare a webinar, proporre articoli o interventi in eventi di settore.

Anche il passaparola è importante: soddisfare i primi clienti aumenta la probabilità di ottenere nuove richieste. Strumenti come newsletter, collaborazioni con enti o pubblicazione di corsi online possono contribuire a consolidare la reputazione.

Investire nella formazione continua

Chi lavora nella formazione deve a sua volta formarsi.

È essenziale rimanere aggiornati su strumenti, metodologie e tendenze del settore, soprattutto se si lavora in ambiti innovativi.

Partecipare a corsi, leggere pubblicazioni specialistiche o confrontarsi con altri professionisti sono buone pratiche per crescere nel tempo.

Errori da evitare

Tra gli errori più comuni di chi inizia come consulente formativo ci sono:

  • Offrire servizi troppo generici
  • Lavorare senza un contratto scritto
  • Sottovalutare i tempi di preparazione
  • Non considerare le spese accessorie (software, spostamenti, ecc.)

Anche una gestione disordinata della contabilità può causare problemi, per questo conviene affidarsi a strumenti o consulenti affidabili fin dall’inizio.

La consulenza formativa è un’attività che può offrire grandi soddisfazioni a livello professionale e personale.

Richiede preparazione, capacità organizzative e attenzione agli aspetti fiscali, ma permette di costruire un percorso su misura delle proprie competenze e passioni.

Con una buona strategia, un’identità chiara e il supporto di servizi dedicati, avviare e far crescere un’attività freelance nella formazione è oggi un obiettivo possibile e concreto.

 

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