Negli ultimi anni, sempre più professionisti stanno scegliendo di mettersi in proprio, offrendo servizi di consulenza in ambito formativo.
Un settore in crescita che unisce competenze tecniche e capacità relazionali, con la possibilità di lavorare in autonomia e su progetti stimolanti.
Chi ha esperienza nell’insegnamento, nella formazione aziendale o nell’aggiornamento professionale può valutare l’opportunità di trasformare queste competenze in un’attività freelance.
In questo articolo vedremo come iniziare, quali aspetti considerare e come gestire la parte burocratica, compresa la Partita IVA.
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Sommario
- 1 Chi può diventare consulente formativo freelance?
- 2 Cosa fa un consulente formativo?
- 3 Come iniziare: i primi passi
- 4 Quali clienti può avere un consulente formativo?
- 5 Quanto si può guadagnare?
- 6 L’importanza della Partita IVA
- 7 Come farsi conoscere
- 8 Investire nella formazione continua
- 9 Errori da evitare
Chi può diventare consulente formativo freelance?
La consulenza formativa è un’attività adatta a chi ha una solida preparazione in un determinato campo e sa trasmettere conoscenze in modo chiaro ed efficace.
Possono avviare un’attività freelance formatori aziendali, docenti, coach, esperti di digital marketing, informatica, soft skill, lingue o sicurezza sul lavoro.
L’importante è avere competenze aggiornate, esperienza pratica e una buona capacità di comunicazione.
Cosa fa un consulente formativo?
Un consulente formativo freelance progetta e realizza percorsi di formazione per singoli professionisti, aziende, enti o scuole.
Può lavorare in aula, online oppure direttamente in azienda, offrendo corsi su misura o format già pronti. Spesso si occupa anche della valutazione dei bisogni formativi, della produzione di materiali didattici e del monitoraggio dei risultati ottenuti dai partecipanti.
Come iniziare: i primi passi
Per avviare un’attività di consulenza formativa è utile partire con un’analisi delle proprie competenze e del mercato di riferimento.
È consigliabile individuare una nicchia precisa: ad esempio, la formazione per team commerciali, corsi di public speaking per manager o percorsi per neolaureati.
Una volta definita l’offerta, è necessario costruire un portfolio di servizi chiaro e professionale.
Possono essere utili anche un sito web, un profilo LinkedIn aggiornato e la partecipazione a eventi del settore per farsi conoscere.
Quali clienti può avere un consulente formativo?
I clienti di un freelance che lavora nella formazione possono essere molto diversi.
Si va dalle piccole aziende che vogliono formare i propri dipendenti, alle agenzie che cercano collaboratori esterni per corsi specifici, fino a liberi professionisti che desiderano aggiornarsi. Anche scuole, università, enti pubblici e cooperative possono avere bisogno di consulenze formative.
Per trovare i primi incarichi si può partire dalla propria rete di contatti, segnalando la nuova attività e proponendo collaborazioni pilota.
Quanto si può guadagnare?
I compensi per la consulenza formativa possono variare molto in base all’esperienza, alla durata dei corsi e al tipo di cliente.
Un formatore alle prime armi può partire da 25-30 euro l’ora, mentre chi ha già un buon posizionamento può arrivare anche a 100 euro o più per sessioni specialistiche.
È importante tenere conto del tempo dedicato anche alla preparazione, ai materiali e al follow-up.
L’importanza della Partita IVA
Chi decide di lavorare come consulente formativo in modo continuativo deve aprire una Partita IVA. Questo è necessario per poter emettere fatture e operare in regola con il fisco.
Molti freelance scelgono il regime forfettario, che prevede semplificazioni contabili e un’imposizione agevolata per chi ha ricavi inferiori a 85.000 euro l’anno. Gestire la Partita IVA può sembrare complicato all’inizio, ma esistono servizi pensati proprio per semplificare questo aspetto.
Fiscozen, ad esempio, offre assistenza nella gestione fiscale e contabile, spiegando in modo chiaro obblighi, scadenze e vantaggi per chi lavora in proprio.
Come farsi conoscere
Per ottenere incarichi nella consulenza formativa è fondamentale curare la propria visibilità.
È utile pubblicare contenuti legati al proprio ambito di specializzazione, partecipare a webinar, proporre articoli o interventi in eventi di settore.
Anche il passaparola è importante: soddisfare i primi clienti aumenta la probabilità di ottenere nuove richieste. Strumenti come newsletter, collaborazioni con enti o pubblicazione di corsi online possono contribuire a consolidare la reputazione.
Investire nella formazione continua
Chi lavora nella formazione deve a sua volta formarsi.
È essenziale rimanere aggiornati su strumenti, metodologie e tendenze del settore, soprattutto se si lavora in ambiti innovativi.
Partecipare a corsi, leggere pubblicazioni specialistiche o confrontarsi con altri professionisti sono buone pratiche per crescere nel tempo.
Errori da evitare
Tra gli errori più comuni di chi inizia come consulente formativo ci sono:
- Offrire servizi troppo generici
- Lavorare senza un contratto scritto
- Sottovalutare i tempi di preparazione
- Non considerare le spese accessorie (software, spostamenti, ecc.)
Anche una gestione disordinata della contabilità può causare problemi, per questo conviene affidarsi a strumenti o consulenti affidabili fin dall’inizio.
La consulenza formativa è un’attività che può offrire grandi soddisfazioni a livello professionale e personale.
Richiede preparazione, capacità organizzative e attenzione agli aspetti fiscali, ma permette di costruire un percorso su misura delle proprie competenze e passioni.
Con una buona strategia, un’identità chiara e il supporto di servizi dedicati, avviare e far crescere un’attività freelance nella formazione è oggi un obiettivo possibile e concreto.