Nell’immaginario comune, un giovane studente passa più o meno agevolmente da scuole primarie a scuole secondarie fino ad arrivare al diploma, sapendo orientarsi – seppur a grandi linee – verso il settore di interesse: questo processo termina naturalmente nell’ingresso trionfale nel mondo del lavoro, con avanzamenti di carriera e successi personali.
La realtà dei fatti, invece, delinea uno scenario molto più tipico che prevede una scelta pressoché casuale o comunque non ragionata (ma legata ad amicizie o al volere dei genitori) delle varie scuole e quindi del percorso professionale che lo studente va ad intraprendere.
Risultato: capitano spesso problemi di rendimento, scontentezza, cattivi risultati, sfiducia, senso di inadeguatezza verso lo studio… ed infine abbandono degli studi o scelta di strade professionali non così adeguate.
All’abbandono degli studi o alla scelta di settori non così coincidenti con le skills di ogni persona, si legano vite lavorative anche infelici, incapacità di trovare lavoro o di vivere il mondo del lavoro con serenità. Per (evitare) questi motivi basilare nasce l’orientamento scolastico, sia per scuole medie, superiori e università (e strettamente collegato, l’orientamento professionale).
La storia dell’orientamento scolastico e professionale
Due erano le concezioni verso l’orientamento:
- carattere di analisi del percorso scolastico, per mostrare al singolo studente quale percorso fosse più indicato per lui;
- carattere informativo, per mostrare agli studenti le possibilità che avevano davanti, approfondendo al massimo ogni percorso possibile.
Nel tempo però il mondo della formazione e del lavoro sono diventati sempre più dinamici e i vari percorsi formativi – in concorrenza tra loro – hanno attivato strategie di marketing per invogliare gli studenti a seguire un percorso anziché un altro. L’orientamento scolastico è diventato quindi maggiormente “azione formativa” indispensabile ai giovani per orientarsi nella giungla di possibilità offerte dalla società moderna, sulla base delle loro capacità e delle loro aspirazioni e motivazioni.
Una nuova definizione di orientamento scolastico: perché è utile
Ad oggi, l’orientamento si evolve ancora: la società attuale così complessa e ricca di variabili fa si che l’orientamento si tramuti in una serie di attività che potenzino negli studenti le capacità utili per:
- scegliere efficacemente il proprio futuro;
- partecipare attivamente e con serenità agli ambienti di studio e lavoro;
- conoscere se stessi e le proprie capacità in relazione al mondo sociale ed economico;
- saper gestire (in futuro) situazioni complesse, organizzarsi il lavoro, comunicare bene con persone nuove in situazioni nuove;
- costruire cittadini integrati, felici e professionalmente competenti e motivati.
Per questi motivi possiamo concludere che:
[block_quote cite=”] L’orientamento scolastico è un processo principalmente formativo, attraverso il quale gli studenti maturano le capacità per scegliere il loro futuro e per partecipare attivamente, con gratificazione e con successo nello studio e nel lavoro; di conseguenza, l’orientamento dovrebbe essere una componente strutturale dei processi educativi, soprattutto in una situazione in forte cambiamento come quella odierna [/block_quote]Il vero problema? La scuola italiana, salvo qualche caso, non è di grandissimo supporto nella costruzione di un orientamento scolastico e professionale efficace…