Conosci i tuoi valori?

conosci i tuoi valori
Anni fa vivevo nella più totale dispersione di energie, in quello stato che il coach statunitense Anthony Robbins definisce come “Sindrome delle cascate del Niagara”... Come fare a uscirne?

L’uomo guidato dai valori
si percepisce come realtà espansa,
la sensazione provata è quella
di frequentare uno spazio libero
in cui incontrarsi e donare.
Patrizio Paoletti

Anni fa vivevo nella più totale dispersione di energie, in quello stato che il coach statunitense Anthony Robbins definisce con l’espressione “Sindrome delle cascate del Niagara”.

Secondo Robbins…

la vita è come un fiume e la maggior parte degli uomini si lancia in questo fiume senza sapere esattamente dove vuole andare a finire. Così in breve tempo si lascia prendere dalla corrente: dagli eventi correnti, dalle paure correnti, dalle sfide correnti. E quando arriva a una biforcazione del fiume, non riesce a decidere consapevolmente da che parte andare, o qual è la direzione giusta. Si limita ad andare con la “corrente”. Entra a far parte della massa di persone che si lasciano guidare dall’ambiente invece che dai loro valori. Di conseguenza sente di aver perso il controllo”.

Com’è possibile arginare questo stato mentale di inconcludenza e insoddisfazione cronica, recuperando il controllo della nostra vita?

Se siamo presi nel vortice della corrente, possiamo capovolgere la situazione ritagliandoci un momento di raccoglimento per e con noi stessi, cominciando a riflettere su quelli che consideriamo i valori più importanti della nostra vita, valori che guidano le nostre azioni e rispecchiano più in generale il baluardo della nostra identità personale.

Possiamo familiarizzare con un nuovo tipo di linguaggio valoriale che si prende cura delle parole: i valori che definiamo e perseguiamo infatti si sostanziano in parole virtuose, parole che, se pronunciate e ascoltate, hanno il potere di imprimersi nella nostra mente, consapevoli che “le parole si imprimono nell’anima come l’impronta sulla cera”.

Ecco cinque valori da cui possiamo ripartire per arginare la “sindrome delle cascate del Niagara”:

1- Il coraggio

Winston Churchill sosteneva che il “Il coraggio è la prima delle qualità umane poiché è quella che garantisce tutte le altre”. Studi recenti hanno consentito di isolare cinque fattori che, presi nel loro insieme, aiutano ad esercitare il coraggio:

  • il “Candore”: il coraggio dell’autenticità, di dire quello che si pensa;
  • lo Scopo: il coraggio di perseguire obiettivi elevati e audaci;
  • la Volontà: il coraggio di ispirare ottimismo, energia e impegno;
  • Il Rigore: il coraggio di seguire modelli di condotta e farli adottare;
  • Il Rischio: il coraggio dell’assumersi responsabilità personale e del “rendere conto”;

2- La fede

Come afferma Alexander Lowen, il padre della Bioenergetica:

“La fede è la forza che sostiene la vita e la mantiene in movimento facendola avanzare ed elevarsi. E’ dunque la forza che mette in relazione l’uomo con il futuro. Quando si ha fede, si può avere fiducia nel futuro, anche se in quel momento non sembra promettere che le aspirazioni, le speranze o i sogni personali diventino realtà. (…) La fede è una caratteristica dell’essere: dell’essere in contatto con sé stesso, con la vita e con l’universo. E’ un senso di appartenenza alla propria comunità, al proprio paese, alla terra.”

3- La creatività

Per Lowen

l’approccio creativo alla vita implica risposte nuove e fantasiose alle diverse situazioni che ogni persona deve affrontare quotidianamente (…) Che cosa significa essere creativi? La persona creativa ha una nuova visione del mondo. Non cerca di risolvere problemi con vecchie soluzioni. Parte dal presupposto di non conoscere le risposte. Affronta quindi la vita con la meraviglia e la curiosità attenta di un bambino che non è ancora condizionato nella sua maniera di pensare e di essere. L’individuo che non ha una personalità rigidamente strutturata è libero di usare la propria immaginazione nel confronto con i continui mutamenti delle circostanze della vita”.

4- La responsabilità

Il concetto di responsabilità “deriva dal latino respònsus, participio passato del verbo respòndere, rispondere cioè impegnarsi a rispondere, a qualcuno o a sé stessi, delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano”. Manifestazione diretta del principio di responsabilità è il costrutto di empowerment personale. Questo può essere definito “come un processo e un risultato di un movimento propositivo verso l’acquisizione di potere”, inteso come potenzialità individuale o di gruppo. Non essendoci un termine equivalente, in italiano l’empowerment viene tradotto nelle espressioni di “accrescere il potere”, “favorire l’acquisizione di potere”, “sviluppare le potenzialità” etc…

5- La passione

Gianni Rodari, giornalista e scrittore, definisce così la passione:

Intendo per passione: la capacità di resistenza e di rivolta; l’intransigenza nel rifiuto del fariseismo, comunque mascherato; la volontà di azione e di dedizione; il coraggio di “sognare in grande”; la coscienza del dovere che abbiamo, come uomini, di cambiare il mondo in meglio, senza accontentarci dei mediocri cambiamenti di scena che lasciano tutto com’era prima, il coraggio di dire no quando necessario, anche se dire sì è più comodo, di “non fare come gli altri” anche se per questo bisogna pagare un prezzo.”

Quando ci sentiamo in preda alla corrente, possiamo rinnovarci nella definizione dei nostri valori, rispondendo ad una semplice ma fondamentale domanda:

“Cos’è più importante per me nella vita?”

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