Adolescenti e tech-abuse: le nuove dipendenze

Le nuove tecnologie influenzano i meccanismi cognitivi del cervello, condizionando anche gli aspetti sociali nonché la salute (psico)fisica della persona. Le dipendenze tecnologiche hanno diversi aspetti in comune con altre dipendenze e sono altrettanto pericolose...

È poco più di una ragazzina, furba e accattivante, una di quelle dei nostri tempi, che sa far parlare di sé perché attira tante – forse troppe – persone al suo cospetto. Sta facendo perdere la testa a molto giovani, ma anche a persone più mature che non disdegnano di incontrarla anche solo per poco. Ha dodici anni ed è la dipendenza da Internet. – M. R. Parsi, T. Cantelmi, F. Orlando, L’immaginario prigioniero. Come educare i nostri figli a un uso creativo e responsabile delle nuove tecnologie, Mondadori, Milano 2009.

Le nuove tecnologie influenzano i meccanismi cognitivi del cervello, condizionando anche gli aspetti sociali nonché la salute (psico)fisica della persona. Le dipendenze tecnologiche hanno diversi aspetti in comune con altre dipendenze quali: dominanza sull’attività di pensiero e sui sentimenti, alterazione del tono dell’umore, crisi di astinenza, rischio di ricaduta dopo aver tentato di smettere.

Internet consente l’accesso ad una realtà alternativa nella quale esprimersi meglio perché in anonimato o comunque “non fisicamente visti”, (cioè in assenza di tutto ciò che ruota intorno alla comunicazione vis-à-vis), perché senza vincoli spazio-temporali, perché si possono vivere vite alternative alla propria, con il risultato dell’aumento delle difficoltà dell’individuo nella sfera relazionale, perché assorbito dalla realtà virtuale.

Lo IAD, Internet Addiction Disorder

La dipendenza da Internet è caratterizzata da due fasi…

Tossicofilia: Controllo eccessivo della casella e-mail, incremento del tempo passato in rete con difficoltà alla disconnessione, intensa partecipazione a chat/blog ecc.., collegamento notturno e perdita di sonno.

Tossicomania: manifestazioni psicopatologiche quali computer addicition (eccessivo gioco coi MUD – Multi User Dungeon), cybersexual addiction, cyber-relational addiction, net compulsions, information overload.

L’individuo che tende a sviluppare lo IAD – Internet Addiction Disorder  – è una persona con scarsa autostima, alto livello di curiosità, difficoltà relazionali. Quindi chi meglio degli adolescenti?

Gli adolescenti usano Internet con diverse motivazioni: divertimento, creazione di nuove amicizie, disinibizione comportamentale e sessuale, sollievo dalla sofferenza, conformismo sociale.

Nell’adolescente è presente una naturale fragilità dovuta al suo essere in fieri. Alterna autonomia a dipendenza, aggressività a dolcezza, ha l’illusione di poter controllare o eliminare ciò che non gli è gradito, preferisce omologarsi, appartenere ad un genere neutro, se non addirittura annullarsi, perché sviluppo e maturazione vogliono dire differenziazione, separazione, quindi (dolorosa) crescita.

La libertà della rete consente di far cadere le inibizioni, vivere esperienze con rapidità e velocità, con l’illusione di appropriarsi di tutto e subito, qui e ora, atteggiamento tipico dell’infanzia, privo da ogni frustrazione. Narciso si presenta alla porta con puntualità: la realtà è un’estensione del Sé, gli altri sono lo specchio della propria esistenza, gli oggetti (o i contenuti virtuali) sono fagocitati, quasi a richiamare la fase orale dell’infante. Il consumismo in cui si è oggi immersi di certo non aiuta: avere è essere, il consumatore è affamato del mondo intero, possedere oggetti sostiene l’Io attraverso simboli di status sociale, appendici –  ancora una volta – narcisistiche.

Il consumo risulta essere l’ennesimo atteggiamento compensativo del bisogno più profondo di essere amati e riconosciuti. Abbracciare amore, amicizia, responsabilità, socialità è un percorso doloroso e faticoso. Aderire alla realtà, accettare i propri limiti e quelli degli altri, faticare nello scorgere un futuro di autorealizzazione, oggi in particolare, spinge i ragazzi a rifugiarsi in una vita virtuale dove poter essere chi si vuole e come si vuole: dinamici, (onni)potenti, pari e unici.

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3 Comments

  • Grazie per l’articolo! Internet è sicuramente una preziosa fonte di informazioni e uno strumento utilissimo, ma come in tutte le cose l’abuso del mezzo porta a dei problemi, come nel caso dell’internet addiction disorder…forse alla mia generazione, non essendo nativi digitali o comunque non essendo cresciuti con internet, sembra strano poter sviluppare una dipendenza da internet, eppure il rischio c’è (e non solo per gli adolescenti). La cosa difficile è rendersi conto di avere un problema, e quindi cercare di trovare una soluzione!

    • Grazie del commento Titti; si in effetti chi non nasce nativo digitale può rimanere sbalordito… poi però se si osservano i vari adolescenti si nota come passino rapidamente da pc a tablet a smartphone ogni giorno ed investano serenamente molte ore della giornata in questa maniera.

      Al tempo stesso, persone e giovani “più deboli di altri” rischiano di essere risucchiati da questi strumenti e possono perdere di vista le priorità e la vita reale di tutti i giorni… il rischio c’è!

      Luca

    • A corredo di quanto già scritto desidero sottolineare che, nonostante siano gli adolescenti i soggetti più a rischio IAD (per loro stessa “natura” così come riportato nell’articolo), la diffusione sta prendendo piede anche tra gli adulti. Intendendo i “media” come “estensione del sé” essi diventano territorio eletto di emozioni (e sensazioni) appaganti e placanti, operando quasi come ansiolitici di facile accesso.

      Essendo tutti un po’ più incerti e insoddisfatti, un po’ per educazione ricevuta un po’ per il contesto socio-culturale in cui viviamo, è sempre più frequente incontrare adulti a rischio.

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